Il progettista - Trekka my Sail

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Il progettista


Il progettista di Fortissimo (alias TREKKA):
(da un'intervista di "Vela e Motore" del Maggio 1983)




SERGIO ABRAMI: FANTASIA E RIGOROSA PRECISIONE

Il giovane architetto triestino d'origine e bresciano d'adozione è noto per lo scrupolo meticoloso con cui disegna e segue la costruzione delle sue barche, ma anche per l'originale e astuta fantasia di certe sue soluzioni. Scherzo,Swing, Limit, Illimit, Allegro, Facile, Vivace, Poco Moto, Capriccio, Con Fuoco, Fortissimo (che nel mio caso porta il nome di TREKKA), sono i nomi di alcune sue "creature" ormai famose.

" Faccio un salto in cantiere a verificare un paio di lavorazioni. Vieni con me? Se non ti dispiace ci andiamo in moto"
La moto è una Guzzi: "Abbiamo degli ottimi prodotti nazionali, motori, auto, barche: non capisco l'estorofilia di molti italiani".
Lui e' Sergio Abrami, progettista nautico. Infila una Henri Lloyd sull'abbigliamento 'giacca e cravatta', in testa un berretto di panno blu alla 'capitani coraggiosi', e via, rapidamente verso il cantiere.
33 anni triestino d'origine, attivo progettista nautico dal 1971, Sergio e' un'uomo dinamico, sportivo, piacevolmente loquace e molto disponibile: durante la nostra visita abbiamo ascoltato una sua lunga 'consulenza telefonica' fatta per amicizia a un collega architetto, in difficolta' con certi termini tecnici stranieri. Nel lavoro il suo rigore professionale si esprime con valutazioni e progetti che non lasciano alcuno spazio al caso.
Appassionato di motociclismo, ci ha raccontato con entusiasmo delle sue ultime vacanze in moto, trascorse con la moglie Adelaide visitando i castelli della Loira. Quando invece desidera "disintossicarsi" di calcoli e di nautica va a sciare: "Molti anni fa ero piuttosto in gamba e mi dedicavo anche all'agonismo, ora mi limito a trascorrere qualche piacevole fine settimana in montagna, generalmente a Madonna di Campiglio, dove porto sui campi di neve anche mio figlio Enrico, nonostante abbia solo due anni". Durante queste "confessioni" siamo anche riusciti a rubargli dal cassetto della scrivania qualche vecchia foto che lo ritrae in gara sugli sci e anche su una bicicletta da corsa.
"Adesso - ci dice - vorrei avere piu' tempo libero per andare in barca". Aveva 16 anni quando sali' a bordo di una barca a vela per la prima volta, al campeggio del Touring delle Tremiti, poi frequento' la scuola di Monteleone, all'isola d'Elba: Vaurien,420, Soling e le prime regate sui laghi con interessanti esperienze veliche in Normandia e in Belgio. Gia' allora gran parte delle sue attenzioni venivano calamitate dal "mezzo", dall'imbarcazione, con le sue soluzioni di coperta, i materiali, e fu questa la molla che polarizzo' i suoi studi e determino' la sua scelta professionale.



Sui prezzi delle imbarcazioni


Sergio Abrami oggi ha uno studio di progettazione a Brescia, in via Bonomelli 17, dove collaborano con lui due ragazzi che stanno facendo pratica. L'ambiente e' luminoso e ordinatissimo; di fondo si sente una leggera musica jazz di cui Sergio e' un buon intenditore, ai muri alcuni progetti, modelli di carena, stampe di vecchie barche, la riproduzione di un ex-voto e un'intera parete di portolani disegnati a mano. Gli domandiamo: Come imposti il tuo lavoro e i rapporti col cliente? "Massima chiarezza sin dall'inizio da entrambe le parti: per partire con il piede giusto è necessario definire subito lo scopo e l'impiego del progetto, le esigenze del cliente e le possibilita' operative del cantiere che eseguira' la produzione".
Noi stessi lo abbiamo visto verificare i macchinari e le possibilita' pratiche e realizzative di un cantiere, per ottimizzare la produzione di serie.
"Oggi il prezzo di un'imbarcazione è penalizzato fortemente dai costi di manodopera; studiando gia' sulla carta le soluzioni migliori e piu' pratiche per l'assemblaggio guscio-coperta, per gli interni, gli osteriggi e cosi' via, si possono diminuire i tempi di manodopera e quindi offrire al mercato un prodotto con prezzi particolarmente competitivi. Personalmente, dopo aver fatto esperienza con quasi tutti i materiali: legno tradizionale, ferro, vetroresina e leghe leggere sono un convinto assertore 'dell'altro alluminio', non quello per impieghi agonistici su barche tiratissime, bensi' per usi "rustici", essenziali, dove si punta alla praticita' d'impiego e alla robustezza dell'imbarcazione anche con scarsa manutenzione. In questi casi uso spessori di 4-5 millimetri che non creano grandi problemi nelle saldature e resistono bene agli alaggi e agli urti col fondo. Per gli stessi motivi di praticita' prediligo le barche a deriva mobile che possono essere facilmente alate e ormeggiate in acque basse; cosa molto utile sopratutto in agosto, quando i nostri porticcioli sono pieni come uova. Inoltre una barca a deriva mobile puo' essere carellata con meno problemi: e' il caso del mio ultimo disegno, il "Penta Five" per la Rax Cantieri. Nei miei progetti inoltre, offro particolare attenzione al disegno del pozzetto che generalmente è la parte piu' sfruttata di un'imbarcazione".
Ricordiamo a proposito di alluminio che Sergio Abrami, consigliere ASPRONADI, è docente ai corsi di specializzazione per progettisti nautici dell'ISAD che vengono tenuti a Milano e ha collaborato con la societa' Alluminio Italia alla serie di riunioni che hanno portato alla stesura di un fascicolo sui materiali strutturali (estrusi in lega eccetera) che ha avuto il plauso del Lloyd Register inglese.


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